Prestiti Inpdap per Spese Dentistiche

Prestito Inpdap per Cure Dentarie: Cos’è?

Coloro che sono iscritti Inpdap possono usufruire di appositi prestiti per sostenere delle spese inerenti alle cure dentistiche e odontoiatriche. Ovviamente però bisogna avere determinati requisiti per poter sfruttare tale opportunità. Si tratta di una vera e propria linea di credito che garantisce un rimborso per ben cinque anni, somministrato sotto forma di cessione del quinto.

E’ un prodotto finalizzato, ossia il prestito richiesto deve essere impiegato in qualcosa e in questo caso per spese e cure dentistiche. Questo rimborso avverrà in un arco di tempo massimo di ben cinque anni che potrà essere restituito con ben sessanta rate mensili. Ovviamente la rata di tale finanziamento non può essere superiore al quinto della pensione o dello stipendio di chi ne fa richiesta.

Come richedere un prestito Inpdap per cure odontoiatriche

Si tratta di un prestito pluriennale che ha come obiettivo quello di coprire le spese inerenti le cure odontoiatriche e le protesi dentarie di coloro che sono ex dipendenti pubblici o statale, del coniuge e ipotetici figli a carico del richiedente. L’ente che eroga tale prestito può essere una finanziaria convenzionata o un istituto di credito ed è diretta a pensionati e dipendenti iscritti a tali prestazioni sociali e creditizie.

I richiedenti devono avere almeno quattro anni di contributi versato o di anzianità da lavoro oppure un contratto a tempo indeterminato (che funga da garanzia per l’ente erogatore). Ovviamente l’importo che verrà erogato al richiedente sarà concesso secondo le spese che sono state preventivate per le varie cure dentistiche.

Prestiti Inpdap per Cure Mediche: Tassi e documenti necessari

I tassi d’interesse variano a seconda da chi viene erogato il finanziamento. Se il prestito viene concesso direttamente dall’Inps si avrà un tasso del 3,5% con 0,5% in più per le varie spese dell’amministrazione. Mentre, se il finanziamento è erogato dalle varie finanziarie, allora il Taeg verrà definito direttamente dall’erogatore.

Quali sono i documenti da presentare per richiedere il finanziamento? Prima di tutto è bene sapere che la domanda deve essere presentata in forma telematica, potrete trovarla direttamente sul portale dell’Inps su di un’area riservata.

Saranno necessari:

  • Un documento di riconoscimento del facente richiesta;
  • Un certificato dello stato di famiglia;
  • Un preventivo di un odontoiatra con le varie cure da fare e costi inerenti ad esse;
  • Dopo aver ricevuto il prestito sarà necessario presentare le copie delle varie fatture delle spese sostenute.

Nel caso in cui il prestito richiesto non sia diretto per il richiedente, ma ad esempio per un coniuge o un figlio allora nel momento in cui si presenta la domanda bisognerà allegare un documento che attesti il fatto che sia a carico del richiedente e che non percepisca nessuna forma di reddito.

Per poter poter usufruire di un prestito inpdap per spese dentistiche bisogna avere un reddito massimo di 17.600 nel caso si tratti di una sola persona, di 23.000 euro per due coniugi e via via aumentando man mano che aumentano i componenti della famiglia.

Come richiedere il rimborso?

La richiesta inerente al rimborso va presentata nell’arco di sei mesi dal momento in cui viene rilasciata la fattura da parte del dentista, unendovi la fattura originale e la quietanza inerente al pagamento. Sulla fattura deve essere presente la descrizione del trattamento effettuato, indicando tutti i denti interessati e quali sono i costi.

Nel caso si tratti di protesi, ponti e corone, devono essere specificati e calcolati in modo separato. I costi devono essere segnalati per ogni singolo lavoro effettuato per poter scindere le cure dentistiche dalla prestazioni inerenti le protesi. Il rimborso di entrambi può essere richiesto con la medesima fattura.

Nel caso in cui i lavori siano stati effettuati all’estero allora sarà necessario che le fatture siano tradotte in lingua inglese, tedesca o italiana, esse può essere effettuata da uno specifico traduttore o direttamente dal richiedente, il tutto dovrà essere convertito in euro. Come previsto dalla legge, possono essere pagante in contanti solo fatture con un importo inferiore a mille euro.